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giovedì 3 settembre 2015

L'etichettamento e la distorsione cognitiva



L’etichettamento è un processo di distorsione cognitiva in cui si generalizza una caratteristica di un individuo e la si applica a tutta la sua persona. Può capitare ad esempio di formulare pensieri come i seguenti: “Avendo fallito a quell’esame/prova, sono un fallito”; “quella persona arriva spesso in ritaro a lavoro, è un’irresponsabile”. Nel formulare frasi di questo tipo, piuttosto che fornire una descrizione oggettiva del comportamento, si descrive globalmente tutta la persona. Il risultato dell’etichettamento è quello di osservare la persona con gli occhi foderati dell”etichetta”, ad esempio fallito, irresponsabile, senza prestare attenzione ad altre informazione che sono al di fuori del marchio.

Essendo l’etichettamento una forma di distorsione cognitiva, essa è un modo distorto di pensare alle cose e alle persone, proprio per il fatto che si arrivano a fare delle assunzione prendendo in considerazione solo alcune informazioni e dati isolati, non vi è un’analisi globale e, in quanto tale, è imprecisa.

L’etichettamento, in quanto distorsione cognitiva, oltre che causare pensiero imprecisi, può alimentare e gestire emozioni dolorose e negative. Se non si riesce ad un test/una prova e si arriva alla conclusione che si è un fallimento totale, è probabile che ciò inneschi sentimenti di tristezza, disperazione, ecc. Mentre se si delimita il fallimento al singolo test/prova, molto probabilmente la sensazione di delusione sarà inferiore. Inoltre, coloro che aderiscono alle etichette, hanno minori abilità di risoluzione dei problemi. Ad esempio, se limito la sensazione di fallimento rispetto alla prova specifica, es. test di inglese, andata male, le strategie di risoluzione del problema potrebbero essere varie, come ad esempio: vedere film in lingua inglese, leggere in lingua inglese, studiare la grammatica in modo approfondito, prendere lezioni di inglese, etc…Se si generalizza il fallimento alla persona, e la si etichetta come “fallito/a”, quali strategie si possono intravedere per eliminare il marchio?

Quando notiamo di essere impegnati in processi di distorsione cognitiva di etichettatura, c'è una soluzione semplice: descrivere il comportamento in modo obiettivo, in termini di “dire” e “fare”. “Quella persona è in ritardo di tot minuti al lavoro”. “Ho fallito il test di inglese”.

In questo modo si arriverà a provare un minor numero di sentimenti negativi, i problemi che si pensano come irrisolvibili diventano affrontabili, e le persone che sembrano ingestibili, possono diventare molto più gestibile.

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