Secondo Sem Berns sono quattro gli elementi che potrebbero rendere le persone felici:
1) Assumere un atteggiamento positivo rispetto a tutto ciò che sul momento non si riesce a fare e concentrarsi sulle tante cose che POSSIAMO fare;
2) Circondarsi di belle persone;
3) Guardare avanti;
4) Non mancare mai ad una festa o ad una ricorrenza se queste ci rendono felici.
Sem Berns era uno studente di 17 anni affetto da una raro disturbo che provoca l'invecchiamento precoce degli organi e che colpisce circa 300 bambini in tutto il mondo. E nonostante ciò egli ha sempre sostenuto di vivere una vita felice, se pur con delle difficoltà.
Ma cos'è allora che rende speciale la vita di ogni individuo? Cos'è che fa scattare la molla della felicità? Perché alcune persone riescono ad affrontare delle situazioni oggettivamente complesse pur mantenendo uno stato d'animo sereno e un benessere complessivo rispetto ad altre persone che si fanno intimorire da ogni piccolo allarme che la vita fa scattare?
Secondo alcuni studiosi e ricercatori queste differenze individuali prendono il nome di ottimismo e speranza.
L'ottimismo si caratterizza per la capacità di guardare la vita in modo da trarre il massimo vantaggio dall’esperienza, dalle proprie capacità e dalle opportunità offerte, a vantaggio anche del proprio futuro. É la propensione a ricavare le migliori conseguenze pure da eventi sui quali non è possibile esercitare alcuna influenza, tanto che si arriva a dire che l’ottimista ‘trasforma i problemi in opportunità’, mentre il pessimista ‘trasforma le opportunità in problemi’. E' importante distinguere tra ottimismo realistico e ottimismo irrealistico (Anolli, 2005). Il primo riguarda la capacità di guardare la vita in modo da trarre il massimo vantaggio dall’esperienza, dalle proprie capacità e dalle opportunità offerte. É la propensione a pensare che accadranno eventi positivi grazie soprattutto al proprio impegno e ad attendersi il meglio, tenendo conto delle situazioni che si stanno sperimentando. Il secondo, più illusorio e ingenuo, è la propensione a credere che nella vita accadranno più eventi positivi che negativi senza però un atteggiamento proiettato all’impegno e alla perseveranza. Quello a cui tutti noi dovremmo aspirare è l'ottimismo realistico in quanto, secondo Seligman (2005), la persone che lo possiedono tendono a considerare il successo come frutto soprattutto delle proprie azioni e come un qualcosa che potrà ripetersi proprio grazie a queste ultime e a considerare l’insuccesso, invece, come una situazione specifica, frutto di uno scarso impegno e/o di richieste eccessive poste dagli altri, che potrà gestire meglio in una situazione successiva, pianificando con più attenzione il da farsi. L’insuccesso non intacca l'autostima, in quanto l'ottimista crede nelle sue capacità, che però in quella data situazione può non aver dato il meglio. Il pessimista, al contrario, tende a considerare l’insuccesso come una situazione costante della sua vita, dovuta soprattutto alle sue incapacità, ai suoi difetti, che sono globali e persistenti, mentre considererà il successo come un qualcosa dovuto al caso, alla fortuna, o come un evento sporadico. Come sostenuto da Meazzini (2007), l’ottimista, dando enfasi al suo impegno, è portato a pensare che a volte può succedere di non farcela, e che, se si desidera il successo, ci si deve dar da fare e lavorare sodo.
La speranza è considerata invece una variabile affettiva, ossia un’emozione che motiva il comportamento umano e sprona all’azione, radicata nelle esperienze di fiducia precoci e influenzata da credenze di controllo esterno e collaborativo (Scioli, Samor, Campbell, Chamberlin, Lapointe, Macleod, 1997). Le credenze di controllo relative allo “sperare” possono derivare sia da variabili ambientali esterne, quali istituzioni religiose o servizi per il sostegno sociale o dal ruolo che l’individuo ricopre all’interno delle istituzioni, ad esempio credente, attivista civile, politico, ecc. Snyder (1989), afferma infatti che la speranza è un sorta di lente attraverso la quale le persone sviluppano l'energia diretta all'azione (willpower) e identificano attraverso di essa le strategie per raggiungere i loro obbiettivi (waypower).
Verissio! Infatti la realtà' ci mostra che più si è pessimisti e più si attirano gli eventi negativi. Grazie per avermi dato la conferma di ciò che pensavo ma che non osa o esporre per non essere considerata una sognatrice !
RispondiEliminaIn altri contesti potresti essere considerata esperta in psicologia positiva!
RispondiEliminaIl pessimismo oltre a risucchiarci le energie ci rende più deboli e prossimi ad andare in balia degli eventi! Ahimè questo credo sia proprio quello che sta accadendo in questo momento storico!
Tutti dovremmo porci degli obbiettivi... tutti dovremmo continuare a sognare e desiderare "ad occhi aperti"!
Si continuare a sognare, ad avere obiettivi, continuare a sentirsi i protagonisti attivi del nostro futuro!!!!! Tutto ciò ci fa sentire giovani, ci fa sentire vivi e ci aiuta, specie in questo periodo storico, a credere che domani andandrà' meglio. Questo è quello che auguro a voi giovani! Credere con forza che il futuro può essere migliore solo se ci si crede!!!!!
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