La presenza di una disabilità spesso si associa a una limitata
partecipazione alle attività lavorative e alla vita economica, tanto che
si possono osservare condizioni che vanno dalla «disoccupazione
occasionale» all'«impossibilità» di partecipare a qualsiasi forma di
lavoro (Ferrari, Nota e Soresi, 2008). A questo riguardo, una serie di
ricerche ha approfondito quanto la marginalizzazione delle persone con
disabilità sia conseguenza degli atteggiamenti negativi verso la
disabilità manifestati dai datori di lavoro che comportano, rinforzano e
istituzionalizzano barriere al loro inserimento lavorativo (Clarke e
Crew, 2000).
In un recente studio italiano, Nota, Santilli, Ginevra e Soresi (in press), coinvolgendo un gruppo di datori di lavoro, metà dei quali con
precedenti esperienze di lavoratori con disabilità, hanno esaminato,
oltre agli atteggiamenti verso tipologie diverse di disabilità, anche il
peso che assume il tipo di presentazione che viene fatta di un
possibile e futuro lavoratore con disabilità, confrontando gli
atteggiamenti registrati in presenza di una modalità più tipica di
presentazione, relativa alle disabilità della persona, e quelli
associati a una descrizione che prevede anche la presentazione di alcuni
punti di forza. Le analisi condotte hanno confermato il fatto che
l'atteggiamento dei datori di lavoro è più negativo nei confronti di
candidati che sperimentano problemi psichici, rispetto alle altre due
tipologie, disabilità intellettiva e disabilità sensoriale, in
particolare per quanto riguarda la loro accettazione sociale. Per quanto
riguarda il tipo di presentazione, l'aver fornito una descrizione di
alcuni punti di forza, in sintonia con le ipotesi, si associa ad
atteggiamenti più positivi. Questo ha portato gli autori a concludere
che una presentazione di ciò che le persone con disabilità sanno fare e
delle loro caratteristiche positive può aiutare i datori di lavoro a
pensare a come potrebbero impiegarli nell'ambito delle loro aziende.
Se
è vero che gli atteggiamenti sono i migliori predittori delle
intenzioni comportamentali, allora conoscerli in anticipo significa
poter individuare le situazioni nelle quali le persone con disabilità
possono incontrare maggiore resistenza, avere un'idea delle possibili
preoccupazioni dei datori di lavoro nell'assumere persone con disabilità
e progettare e realizzare specifiche azioni di coinvolgimento dei
datori di lavoro (Santilli, under review).
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