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martedì 5 novembre 2013

Lavoro e Disabilità

La presenza di una disabilità spesso si associa a una limitata partecipazione alle attività lavorative e alla vita economica, tanto che si possono osservare condizioni che vanno dalla «disoccupazione occasionale» all'«impossibilità» di partecipare a qualsiasi forma di lavoro (Ferrari, Nota e Soresi, 2008). A questo riguardo, una serie di ricerche ha approfondito quanto la marginalizzazione delle persone con disabilità sia conseguenza degli atteggiamenti negativi verso la disabilità manifestati dai datori di lavoro che comportano, rinforzano e istituzionalizzano barriere al loro inserimento lavorativo (Clarke e Crew, 2000).
In un recente studio italiano, Nota, Santilli, Ginevra e Soresi (in press), coinvolgendo un gruppo di datori di lavoro, metà dei quali con precedenti esperienze di lavoratori con disabilità, hanno esaminato, oltre agli atteggiamenti verso tipologie diverse di disabilità, anche il peso che assume il tipo di presentazione che viene fatta di un possibile e futuro lavoratore con disabilità, confrontando gli atteggiamenti registrati in presenza di una modalità più tipica di presentazione, relativa alle disabilità della persona, e quelli associati a una descrizione che prevede anche la presentazione di alcuni punti di forza. Le analisi condotte hanno confermato il fatto che l'atteggiamento dei datori di lavoro è più negativo nei confronti di candidati che sperimentano problemi psichici, rispetto alle altre due tipologie, disabilità intellettiva e disabilità sensoriale, in particolare per quanto riguarda la loro accettazione sociale. Per quanto riguarda il tipo di presentazione, l'aver fornito una descrizione di alcuni punti di forza, in sintonia con le ipotesi, si associa ad atteggiamenti più positivi. Questo ha portato gli autori a concludere che una presentazione di ciò che le persone con disabilità sanno fare e delle loro caratteristiche positive può aiutare i datori di lavoro a pensare a come potrebbero impiegarli nell'ambito delle loro aziende.
Se è vero che gli atteggiamenti sono i migliori predittori delle intenzioni comportamentali, allora conoscerli in anticipo significa poter individuare le situazioni nelle quali le persone con disabilità possono incontrare maggiore resistenza, avere un'idea delle possibili preoccupazioni dei datori di lavoro nell'assumere persone con disabilità e progettare e realizzare specifiche azioni di coinvolgimento dei datori di lavoro (Santilli, under review).


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