Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Art.23, 1948).
Il tema della disoccupazione è oggi particolarmente importante in quanto la recente crisi socio-economica e la recessione ad essa associata hanno determinato nei paesi occidentali il più alto tasso di disoccupazione dopo la Grande Depressione del 1930 (Chen e Lim, 2012). La disoccupazione può essere un periodo stressante, deprimente e spiacevole, caratterizzato da elevati livelli di ansia, preoccupazioni finanziarie e tensioni anche all’interno della coppia coniugale. Non a caso l’organizzazione mondiale della sanità nel report Impact of economic crises on mental health (WHO, 2011) sottolinea la stretta relazione che sussiste fra fattori di rischio socio-economici, povertà, disoccupazione, ecc., e problemi di salute e disturbi mentali. Nell’analizzare il fenomeno della disoccupazione e della ricerca del lavoro, nell’ultimo decennio in particolare, è apparso però evidente che una questione chiave riguarda non solo il trovare un lavoro qualsiasi, ma soprattutto la possibilità di trovare un lavoro di qualità ed appagante così da garantire un rinserimento lavorativo durevole e dignitoso (Findlay, Kalleberg, Warhurst, 2013).
Una discrepanza fra i progetti e i desideri della persona in cerca di lavoro e le caratteristiche del lavoro trovato può condurre a scarsi livelli di soddisfazione professionale, rischio elevato di burnout, aumento delle intenzioni di turnover, e incidere sui tassi di produttività, così come sentimenti depressivi e una riduzione della percezione di benessere.
Proprio per questi motivi dovrebbe essere posta attenzione sulla qualità del reinserimento nel mondo del lavoro piuttosto che sul rinserimento in sé, poiché un lavoro di “bassa qualità” non solo ha degli effetti negativi sul benessere, ma aumenta anche la probabilità di quella persona di ritrovarsi quanto prima in una nuova fase di ricerca.
Il tema della disoccupazione è oggi particolarmente importante in quanto la recente crisi socio-economica e la recessione ad essa associata hanno determinato nei paesi occidentali il più alto tasso di disoccupazione dopo la Grande Depressione del 1930 (Chen e Lim, 2012). La disoccupazione può essere un periodo stressante, deprimente e spiacevole, caratterizzato da elevati livelli di ansia, preoccupazioni finanziarie e tensioni anche all’interno della coppia coniugale. Non a caso l’organizzazione mondiale della sanità nel report Impact of economic crises on mental health (WHO, 2011) sottolinea la stretta relazione che sussiste fra fattori di rischio socio-economici, povertà, disoccupazione, ecc., e problemi di salute e disturbi mentali. Nell’analizzare il fenomeno della disoccupazione e della ricerca del lavoro, nell’ultimo decennio in particolare, è apparso però evidente che una questione chiave riguarda non solo il trovare un lavoro qualsiasi, ma soprattutto la possibilità di trovare un lavoro di qualità ed appagante così da garantire un rinserimento lavorativo durevole e dignitoso (Findlay, Kalleberg, Warhurst, 2013).
Una discrepanza fra i progetti e i desideri della persona in cerca di lavoro e le caratteristiche del lavoro trovato può condurre a scarsi livelli di soddisfazione professionale, rischio elevato di burnout, aumento delle intenzioni di turnover, e incidere sui tassi di produttività, così come sentimenti depressivi e una riduzione della percezione di benessere.
Proprio per questi motivi dovrebbe essere posta attenzione sulla qualità del reinserimento nel mondo del lavoro piuttosto che sul rinserimento in sé, poiché un lavoro di “bassa qualità” non solo ha degli effetti negativi sul benessere, ma aumenta anche la probabilità di quella persona di ritrovarsi quanto prima in una nuova fase di ricerca.
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