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venerdì 27 dicembre 2013

Babbo Natale è in crisi!

Proprio ieri nella giornata di festa ero sul mio bel divano a leggere l’Internazionale, sfogliando la rivista sono stata catturata dalla lettera di un padre che invia alla rubrica “Dear daddy”, curata dal giornalista Marcelli, in cui chiede consigli sul dire o meno la verità relativa all’esistenza di Babbo Natale al figlio che ha 8 anni e che, a sua detta,  è rimasto l’ultimo nella classe ad aspettare con impazienza nel suo lettone il vecchietto dalla barba bianca che durante la notte gli lascerà i doni che scarterà sotto l’albero il 25 dicembre.
Mercelli risponde placando le preoccupazioni del padre e ragionando sul tema dell’età dell’infanzia, un età che, a differenza di quella adulta e quella anziana che si allungano sempre di più, la nostra società sta restringendo velocemente. I bambini di 8-9 anni non giocano più, alcuni li definiscono pre-teen e vengono trasformati in piccoli consumatori di tecnologia e abbigliamento.
Il giornalista sostiene inoltre che è proprio durante quest’età che i bambini sviluppano l’immaginazione che li porterà poi da grandi a tentare imprese più grandi di loro.
Il potere dell’immaginazione ha suscitato curiosità sin dall’antichità. Arnold e Hartman (2003) con la parola immaginazione fanno riferimento alla capacità generale dell’individuo di costruire delle rappresentazioni mentali inerenti a qualcosa che non è disponibile nella realtà a noi circostante. Il filosofo Collingwood afferma che l’immaginazione porta alla creazione di mondi possibili, non del tutto puramente fantastici, ma che potrebbero essere concretamente materializzati se all’immaginazione fanno seguito azioni mirate.
In letteratura viene definita immaginazione morale quella parte dell’immaginazione che aiuta le persone a desiderare un mondo moralmente migliore rispetto a quello in cui si trova a dover vivere. Il filosofo Kekes a questo riguardo sostiene che “ se la libertà è assenza di coercizione ed è la capacità di comportarsi in modo libero, allora l’immaginazione morale aumenta la nostra libertà, in quanto essa ci spinge ad analizzare in modo critico e ad andare oltre le influenze e gli standard culturalmente dati“. Secondo Kekes inoltre l’immaginazione morale è una capacità che va esercitata attraverso l’esplorazione della realtà circostante, ad esempio davanti ad un problema potremmo allenarci a considerare diverse opzioni per uscirne fuori, individuare più futuri personali e professionali.  Patricia Werhane (1999) ha inoltre riscontrato il ruolo che ha l’immaginazione morale nelle capacità di decision making dei manager, in quanto li porta ad avere una maggiore conoscenza del contesto in cui operano, delle relazioni presenti nel contesto e dei potenziali conflitti morali. Essa inoltre gioca un ruolo fondamentale ai fini produttivi e di creatività innovativa.
Senza l’immaginazione, c’è il rischio di essere schiacciati dalle ideologie dominanti, dai pregiudizi e vincoli culturali che non possono che limitare la libertà di ciascun individuo e lo sviluppo a livello collettivo.
L’immaginazione morale ha anche una funzione di tipo “correttiva” che consente la rivisitazione fantasiosa di situazioni passate considerate poco piacevoli.
Attraverso di essa infatti gli individui riescono a prendere le distanze da situazioni passate negative sia a livello temporale che emotivo, una sorta di distacco attraverso il quale le persone sono in grado di trovare delle soluzioni alternative, se vogliamo anche creative, non disponibili all’epoca degli eventi. La correzione fantasiosa di eventi passati ci consente di ampliare le nostre vedute mentali, di esercitare la fantasia e tutto ciò contribuisce a costruire un’immagine migliore di sé e aumenta la soddisfazione di vita.
Pensando al momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato da continui cambiamenti a livello globale inerenti l’economia, la formazione, il lavoro, la politica, la cultura, ecc…mi viene da domandarmi se la sensazione di catastrofe della crisi che stiamo vivendo non sia così tremendamente frustrante perché siam stati fagocitati nel mondo del consumo e ci stiam allontanando sempre più da quello dei sogni, dei desideri e dell’immaginazione.
Noi adulti abbiamo il compito di aiutare i bambini a far decollare la slitta con le renne, scrivere la lettera dei sogni, fantasticare con loro, abbracciare i loro sogni!
Tanti auguri per un 2014 ricco di immaginazione, fantasia e creatività!

"Babbo Natale non esiste: la reazione dei bambini"


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